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10 giugno 2019

Mani

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In questi giorni scruto le Scritture e oggi mi regalano queste parole.
“Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.” 2 Colossesi

“Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.

Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.”
Salmo 33

“Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti [mia madre]
perché avranno in eredità la terra.”
Matteo 5

Il cero e la maschera

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Chi è il Re?
La Bellezza o il Dolore?
Chi comanda, chi guida il carro della vita?
Mi porto dentro il contrasto di queste foto da molto tempo. Le immagini del tuo decadimento e quelle dei tanti giorni belli. Tue e in generale della vita. Scene di gloria e di ripulsa. Come tenerle insieme? Come accettare quel cortocircuito? Il viaggio sembra andare dal più al meno e già questo intacca la fiducia di fondo. Si tratta di capire come interpretare il buono e il bello che incontriamo e che a volte siamo. Sono illusioni o profezie? Ci incantano o ci scuotono? Servono per addolcire la pillola del male che prima o poi tocca a tutti ingoiare, oppure anticipano la durata imperitura di ciò che il male ora prova a distruggere?

Io penso e sento che il bene provato è autentico. Ha una carica di verità che resiste agli attacchi del disfacimento. La verità provata nelle ore belle della vita risplende e incoraggia. Sono oasi di fiducia e speranza. La verità dell’amore è talmente enorme che puzza di strinato ritenerla illusoria, fantasia dettata dalla paura. Davanti al bene e alla bellezza i conti dell’instancabile scetticismo non tornano. Il Paradiso è sperato e profetizzato da ogni vivente che assaggia il bene e il bello. Rapido ma profondo. Fuggitivo ma imperituro. Lampo ma stampo, che dà forma al tempo.

Chi è il Re della storia? Quale regola la guida? Guardo a Messa il Cero pasquale. La sua fiammella è la fede nella vita. È l’attestazione che la verità intuita può ben essere creduta e vissuta. Il dolore è maschera, illusione, maya. Non che non sia vero, non che non morda o faccia sanguinare, non che non disperi e atterri le anime ferite. Ma è maschera, alla fine. La famosa ultima parola penso non sia sua, del male. Siamo sempre a un bivio, davanti al confronto tra la speranza profetizzata dalla bellezza e la maschera realissima e bruciante del dolore. La tua storia, mamma Liliana, è quella di tanti. Il bene e la letizia che hai seminato sono più veri e reali della voce seducente che li vuole evaporare. E grazie anche a te, oltre che ad altri miei riferimenti di carne e di carta (come per tante altre persone che hanno le loro oasi di fiducia e speranza), mi viene più facile non arrendermi e considerare il bene e il bello una profezia e una caparra del vero Re e del suo Regno.