Sezione BlogTags: Concorso, Leicanovembre 2, 2013
Titolo: Nel pozzo di Maya
Maya nell’induismo è l’intera realtà intesa come illusoria. Una specie di Matrix. Dice Morpheus a Neo: “Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci (Morpheus accende un televisore e mostra immagini del nostro mondo): il mondo com’era alla fine del XX secolo e che ora esiste solo in quanto parte di una neurosimulazione interattiva che noi chiamiamo Matrix. Sei vissuto in un mondo fittizio, Neo. Questo è il mondo che esiste oggi (Morpheus mostra le immagini di città distrutte, oscurate da una spessa coltre di nubi). Benvenuto nella tua desertica, nuova realtà. (…)
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Titolo: “Sia la luce”: il mattino del bis
Cavallo, uomo, casa. Ciò che ci precede e ciò che abbiamo fatto. La natura al completo. L’uomo si copre il volto per l’improvvisa luce; il cavallo scalpita imbizzarrito perché scosso anche lui dal boato luminoso; le finestre della casa si accendono e dalle aperture possiamo immaginare che chi le abita venga abbagliato e guardi fuori. Il fuori torna possibile. Nel buio della notte c’era solo il dentro, la chiusura, lo spappolato isolamento, la solipsisticità (brutta parola, ma rende). Lo Scheol per gli ebrei è il regno della morte in cui le vite non sono scomparse ma vivono una vita larvale, oscura, ridotta. L’anima eterna che siamo non può scomparire nel nulla. Ma il suo permanere non è auspicabile se vissuto nella buia solitudine. Un’eterna e insipida ombra non fa gola a nessuno. L’umanità che ha rifiutato il Creatore non si può aspettare altro. Chi si allontana dal fuoco non si deve stupire del freddo che incontrerà.
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Sezione BlogTags: Concorso, Leicanovembre 2, 2013
Titolo: Et voilà, l’existance
Il francese si presta bene alla sorpresa. “Et voilà”, dice il mago mentre sul palco estrae dal cilindro il coniglio, o quando toglie il drappo che copre la scatola da cui è sparita la ballerina. Il nostro stupore per la magia è un riflesso dello stupore per l’apparire dell’essere che il Grande Mago compie ogni istante della vita. La magia è una metafora che racconta il miracolo dell’essere.
Come esprimere questo evento miracoloso del nostro apparire? Usando lo specchio mi permette di creare una continuità di reale e contemporaneamente di dare l’impressione dell’entrare in scena (o uscirne) di qualcuno o qualcosa. L’entrare in scena delle persone equivale per me al loro apparire, al venire ad essere, al loro (e nostro) apparire. Et voilà, l’existance.
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Titolo: Arrivi e partenze: il divenire
La fotografia ferma l’attimo. Quindi l’attimo si muove. E qual è il movimento degli attimi? È un venire e andare, arrivare e partire, apparire e scomparire. Il filosofo Severino sostiene che questo è nichilismo. Dal nulla al nulla. Secondo me no, perché sono convinto che il nulla (se è davvero nulla e non semplicemente vuoto) non crea niente. Ma allora da dove viene l’essere che compone la vita e il tempo? Per me non c’è il nulla assoluto da cui emergerebbe il reale che conosciamo. C’è il nulla di mondo, il che non vuol dire nulla assoluto. C’è Dio, il sempre esistente che partecipa il suo essere. E dove finisce il tempo, lo spazio e l’essere che li compone? Dove va il tempo quando passa? Passa verso dove? Sempre in Dio che accoglie tutto come una grande memoria. Ogni istante in un certo senso è eterno, conservato eternamente ma non è nella nostra disponibilità.
La foto con il treno racconta questo movimento del tempo che arriva e parte. Una donna col cagnolino e la valigia rosa, un controllore che osserva la stazione dal suo treno, gente che cammina sulla banchina… La foto è fatta nella stazione Mediopadana progettata da Calatrava. Vi sono rimasto un giorno intero facendo centinaia di foto alle sue sinuose onde. È lunga 500 metri, costruita a più piani, impressionate quando passano i treni ad alta velocità. Alta velocità che non sarà mai abbastanza veloce come gli istanti che si succedono.
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